sabato 14 giugno 2014

“Carosello napoletano”: l’Istituto Comprensivo “Buonocore-Fienga” conclude l’anno scolastico con un musical.


Un musical senza tempo, sospeso tra la nostalgia del passato ed i rimpianti del presente, “Carosello napoletano” è lo spettacolo finale che ha visto protagonisti i ragazzi del PON “Tradizioni e cultura 2” e gli alunni delle classi 1a e 3a B del tempo prolungato dell’Istituto Comprensivo “Buonocore-Fienga” di Meta, sabato 7 Giugno. Numeroso il pubblico intervenuto ad applaudire i brillanti giovani attori che, per la prima volta, si sono avvicinati all’affascinante mondo del teatro; erano presenti, oltre al Dirigente Scolastico, dott.ssa Ester Miccolupi, il neoeletto Sindaco di Meta, rag. Giuseppe Tito, e l’Assessore alla Pubblica Istruzione, avv. Angela Aiello.
Don Salvatore, che rappresenta l'icona della napoletanità di tutti i tempi, sfrattato, se ne va in giro per Napoli con la sua numerosa famiglia e con il suo pianino di Barberia: è questo il filo conduttore che lega gli episodi di questa rievocazione in chiave musicale di quadretti di vita della città attraverso i secoli, dal tempo dei Saraceni a quello della dominazione francese, dagli Spagnoli agli Inglesi, fino agli Americani, liberamente tratto dal film “Carosello Napoletano” del 1954 di Ettore Giannini ed adattato dalla prof.ssa Isa Iaccarino, esperta esterna del PON “Tradizioni e cultura locale 2”, del quale sono state tutor le prof.sse Maria Coppola e Rossana De Nicola. Le coreografie dello spettacolo sono state curate da Eliana Mazzola, il coro è stato preparato e diretto dal M° Daniela Coppola.
Il panorama che lo spettacolo offre della multiforme società napoletana, dei tipi, dei caratteri, degli usi e dei costumi, è vario e colorito. Un musical, capace di trasmettere una mescolanza di sentimenti che solo Napoli e la solidarietà dei napoletani e le meraviglie dei suoi vicoli, del suo mare e della sua costa riescono a fare.
Un viaggio alla ricerca delle origini della canzone napoletana è un viaggio suggestivo ed avventuroso che, attraverso la magia della macchina del tempo, ci riporta ai primi secoli dell’era cristiana, tra contadini, pastori e pescatori, fino al pieno ‘800, tra briganti, venditori ambulanti, cantastorie e trovatori. Una parabola che approda, infine, all’epoca d’oro, a cavallo del ‘900, quando si impone la qualità della poesia in vernacolo dei più grandi poeti come Salvatore di Giacomo, Ferdinando Russo, Giovanni Capurro, Ernesto Murolo, Libero Bovio, Raffaele Viviani, i De Curtis, della musica di Luigi Denza, Eduardo Di Capua, Mario Costa, Francesco Paolo Tosti e degli interpreti come Elvira Donnarumma e Gennaro Pasquariello. Grazie a loro, nelle cantine di via Tribunali e nei ristoranti eleganti di Posillipo, nei vicoli poveri e nelle case dei signori si cantavano le stesse canzoni, che diventarono patrimonio di tutte le classi sociali, svolgendo così una funzione aggregante delle diverse anime della città, che in esse si riconoscevano. La musica illumina le menti, accende i cuori, mette in gioco i sentimenti, produce risonanze psichiche. Alla verità ci si può opporre, alla forza della musica è impossibile resistere.
Il viaggio di una famiglia, dunque, che con una carretta di figli attraversa una icona napoletana sicuramente povera ma comunque leale, corretta ed onorata; un viaggio che porta lo spettatore in una nostalgica condizione di commoventi realtà d'altri tempi, delle vere e proprie cartoline illustrate di "memorie" della Napoli canora e non, con al centro dell'universo quella pleiade di sentimenti e di testimonianze senza tempo della "terra laboris", dal valore storico indistruttibile ed infinito.  Nelle canzoni napoletane si fondono molto bene le principali prerogative del temperamento napoletano: la sentimentalità, la capacità di prendere e prendersi argutamente in giro, la fantasia, l’estro istintivo e passionale. La canzone napoletana è un mondo a parte, l’espressione poetica e musicale di un popolo, il popolo partenopeo, e del suo microcosmo, che sono riusciti a penetrare ovunque e ad essere amati e capiti anche da chi poco o nulla conosce di Napoli e della sua gente. Questo è il profilo di Napoli che gli alunni hanno ricordato, trasportando il pubblico, come per incanto, in una magica dimensione, quella che parte dal cuore ed arriva al cuore.


                                                                                                                                      Isa Iaccarino

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