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lunedì 17 dicembre 2012

Attualità - Ore e ore ad aspettare

Intervista  a un papà pendolare

Corse soppresse, convogli in ritardo che causano problemi ai pendolari; tantissime persone passano il loro tempo ad aspettare i treni della Circumvesuviana che non arrivano mai. Diamo voce a chi questi problemi li vive ogni giorno. Ai nostri microfoni un papà pendolare.
Quali problemi  le può causare un treno in ritardo?
“Purtroppo mi fa arrivare tardi al lavoro, tanto più che è un ritardo indefinito”.
Ci sono problemi se lei arriva tardi al lavoro?
“In ufficio non mi riprendono mai perché, fortunatamente,  ho un orario flessibile”.
Cosa propone per migliorare la situazione della Circumvesuviana?
“Propongo maggiori informazioni agli utenti e la definizione di un nuovo orario  che tenga conto degli e.t.r. (elettrotreni) effettivamente  disponibili”.
Cosa le dà maggiormente fastidio?
“Sapere che i dipendenti della Vesuviana stanno cercando di far valere le proprie ragioni sulle spalle degli utenti”.
Questa è la situazione; i pendolari hanno proprio ragione: la circolazione regolare dei treni deve essere ripristinata al più presto.

Chiara Spartano
Ludovica De Martino
 Valentina Soldatini

giovedì 19 luglio 2012

Per non dimenticare


Oggi, 20 anni fa, la strage di via D'Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta...

 Dopo vent'anni ancora tanti interrogativi, tante ombre per arrivare alla verità.


Qualcuno potrebbe chiedersi: "Ma è davvero servito il sacrificio di Falcone e Borsellino?" Noi siamo convinti di sì, anche se ricordare non basta, ognuno nel proprio ruolo dovrebbe operare in modo che non si possa più tornare indietro, che emerga la verità piena, che lo Stato sconfigga ed estirpi la malavita organizzata nelle sue varie manifestazioni. E'  un'utopia pensare che possa essere realmente così? 
Non bisogna in ogni caso gettare la spugna: parlarne, ricordare, spiegare e far comprendere alle nuove generazioni è seminare la speranza che "le loro idee continuino a camminare sulle gambe di altri uomini".

"Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo"    (Paolo Borsellino)
                                                                                                                        La Redazione
Domenica 19 luglio 1992
L’ultimo giorno di Paolo Borsellino
Borsellino trascorre la mattinata a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia (manca solo la figlia minore Fiammetta, 19 anni, in viaggio in Indonesia con alcuni amici). L’amico Giuseppe Tricoli: «Non li aspettavamo. Del resto Paolo non ci comunicava mai prima le sue visite. Li ho subito invitati a pranzare con noi. Paolo era sereno, tranquillo, scherzava...». A un certo punto il giudice prende l’amico in disparte e gli confida: «Il tritolo e’ arrivato anche per me, lunedì scorso». Poi gli dice che in giornata partirà per la Germania. Motivi di lavoro. «Non mi ha detto altro. Anche con me era estremamente riservato». Dopo pranzo Borsellino dice che va a riposare un po’ (in realtà non chiude occhio, fuma una sigaretta dopo l’altra). Poi, alle 16.40, dice ai sei uomini della scorta di prepararsi. Neanche all’amico dice che sta andando dalla madre. Solo la moglie lo sa. Alle 16.55 il corteo blindato si ferma in via d’Amelio, dove abita Maria Lepanto. Borsellino scende dalla Croma, tende un dito per suonare il campanello, ma in quell’istante esplode una vecchia Fiat 126, parcheggiata davanti al civico 21, in cui sono stipati 90 chili d’esplosivo. La 126 si disintegra volando per trenta metri, schizzando morte e distruzione, devastando le auto blindate, riducendo a carcasse fumanti altre trenta macchine e facendo tremare le fondamenta mentre i corpi di Borsellino e degli agenti che gli stanno a fianco vengono maciullati e bruciati con resti che volano e si schiacciano sull’asfalto un po’ nero un po’ rosso. Il boato del finimondo si avverte fino alla circonvallazione e Palermo trema.

giovedì 22 marzo 2012

IC "Buonocore-Fienga" di Meta: palme di confetti fra tradizione e splendida realtà


Scoprire le tradizioni e la storia del proprio paese è un percorso affascinante ed impegnativo. Lo sanno bene i ragazzi delle classi quarte della Scuola Primaria Buonocore -Fienga di Meta, grazie al progetto “Vivo Meta e dintorni”, che li ha visti e li vedrà impegnati in molteplici attività, anche con l’intervento di esperti di storia locale, come il prof Ciro Ferrigno, che ha parlato loro delle origini e delle finalità delle congregazioni e delle processioni della Settimana Santa. Altra tappa è stata la realizzazione di palme di confetti a scuola in laboratori pomeridiani extracurriculari, nei quali alunni, mamme e docenti hanno lavorato insieme per realizzare un sogno comune. Le palme di confetti , infatti, sono state esposte stamattina all’ingresso della scuola su uno stand e tutti hanno potuto ammirarle e prenderne qualcuna, dando un contributo volontario. La somma ricavata sarà poi versata sul conto corrente della scuola e servirà per finanziare progetti futuri e uscite didattiche, che contribuiscono ad ampliare gli orizzonti culturali degli alunni. I tagli finanziari alle scuole spesso limitano la progettualità e quindi non resta altra strada che l’autofinanziamento per ampliare ed arricchire l’offerta formativa. Quando la scuola e le famiglie lavorano in perfetta sinergia si genera entusiasmo e partecipazione e si possono realizzare grandi cose: le mamme sono state un aiuto preziosissimo, una vera forza. Questo è il primo step. Il team “mamme, alunni, docenti” è già al lavoro per iniziative future. 




domenica 22 maggio 2011

NAPULE E'....

Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de' criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.
Napule è nu sole amaro
Napule è addore 'e mare
Napule è 'na carta sporca
e nisciuno se ne importa e
ognuno aspetta a' ciorta.
Napule è 'na cammenata
inte viche miezo all'ato
 Napule è tutto 'nu suonno
e 'a sape tutti o' munno ma
nun sanno a verità.
Questa splendida canzone di Pino Daniele, oltre ad essere orecchiabile ha anche un significato profondo che riassume l’anima di Napoli: una città posta ormai sulla sottile soglia tra miserie e splendore.
Da un lato la città con secoli di storia, dall’altro i cumuli di rifiuti che ormai tappezzano le strade napoletane; persino al telegiornale da anni ormai se ne parla ed ogni volta che il problema sembra risolto, si va   sempre “punto a capo”. Ancora una volta secondo il telegiornale l’esercito interverrà per risolvere il problema e come sempre si aggiungerà “una volta per tutte” ma invano. Purtroppo questo problema ha reso tristemente famosa Napoli, ma speriamo che tutti possano cambiare opinione su questa bellissima città ormai rovinata dall’inquinamento, causato dall’uomo. Napoli racchiude in sé un patrimonio artistico e storico che rende la città, anche se sporca, uno dei tesori italiani più preziosi.

 BENEDETTA TORTORA CHIARA IACCARINO STEFANIA ESPOSITO E CHIARA ANASTASIO.