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lunedì 25 marzo 2013

Pasqua… e la simbologia nei dolci


Gustosa e luminosa, la Pasqua con i suoi colori strappa un sorriso a ogni bambino. Per questa festa vengono preparati molti dolci, alcuni tipici della nostra zona:  la pastiera, il casatiello, la colomba e, per finire, l’amato uovo di cioccolato.    


                  
IL CASATIELLO  si prepara  per tradizione  il Venerdì  Santo   per ricordare la morte di Gesù; sull’impasto vengono poggiate due o tre uova intere su cui sono disegnate  delle croci.







LA PASTIERA ha ingredienti che hanno un significato importante: le uova, simbolo dell’eternità; il grano, simbolo di nuova vita; i fiori d’arancio, simbolo della primavera.






Un altro dolce tipico è la COLOMBA, un panettone chiamato così per la sua forma. Simbolo di pace, la colomba si caratterizza per la crosta croccante con le mandorle intere e la pasta morbida all’interno.




E infine il preferito da tutti i bambini:  l’UOVO di cioccolato che simboleggia il dono. Questo viene regalato dai genitori ai propri figli ed è simbolo di rinascita. 



  
Anna Elena Somma, Camilla Migliuolo, Rosanna Cuomo, Rosanna Balzano, Giulio Scarpati

sabato 16 aprile 2011

Una "dolce" Pasqua

Pasqua  si festeggia anche a tavola con dolci tipici.
La  Pastiera Napoletana non è solo un dolce ma un vero e proprio rito con tempi e modalità ben definiti: dalla preparazione, rigorosamente effettuata il giorno del giovedì santo, alla cottura che un tempo avveniva nel forno rionale, dove iniziava la processione di coloro che portavano a cuocere le pastiere. Dall’inconfondibile odore di fiori d’arancio, la pastiera fu inventata probabilmente da una suora, in un monastero del napoletano. Come ogni cibo della tradizione che si rispetti, le leggende sulla pastiera si sprecano: una delle più conosciute narra di Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai",  che dopo aver assaggiato una fetta di pastiera non poté far a meno di sorridere. Pare che a questo punto il Re esclamò: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
Di seguito la ricetta (per chi non l'ha mai preparata):

INGREDIENTI DELLA PASTIERA NAPOLETANA

Pasta frolla:
- 500 g di farina, 
- 3 uova, 
- 200 g di zucchero, 
- 200 g di burro o strutto, 
- la buccia grattugiata di un limone.
Ripieno:
- 200 g di grano cotto per pastiera, 
- 400 g di latte intero, 
- 400 g di ricotta di pecora, 
- 300 g di zucchero, 
- 150 g di canditi misti tagliati a piccoli pezzetti,
- 150 g di zucchero a velo; 
- 15 g di strutto o di burro, 
- 15 g di zucchero, 
- 5 uova, 
- 50 g di acqua di fior d'arancio o millefiori naturale, oppure una fialetta di aroma di fiori di arancio;
- 2 limoni, 
- 1 bustina di vanillina.


LA COLOMBA PASQUALE 
Questo delizioso dolce di pasta lievitata chiude tradizionalmente il pranzo pasquale insieme alle uova di cioccolato, perché fin dai tempi più remoti, sia all’uovo che alla colomba era attribuito un forte valore simbolico di pace, rinascita e amore.
Secondo la Bibbia fu proprio una colomba, con un ramoscello d’ulivo nel becco, a tornare da Noè dopo il diluvio universale  per testimoniare l’ avvenuta riconciliazione tra Dio e
 il suo popolo.



L’ UOVO DI PASQUA

È un dolce della tradizione pasquale, divenuto nel tempo uno dei simboli della festività cristiana  assieme alla colomba . La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate o dorate, è correlato alla festa pasquale sin da tempi molto più antichi.



De Martino Federica, Esposito Stefania, Guarino Chiara

martedì 12 aprile 2011

Pasquetta a Meta

Pasquetta, che traffico, che confusione! Meta è invasa dai gitanti “mordi e fuggi” che si recano lungo le nostre spiagge. Le strade sono prese d’assalto. Ma chi saranno e da dove verranno questi turisti?
Innanzitutto bisogna dividerli in due gruppi: quelli provenienti dall’estero e che hanno scelto Meta per villeggiare e quelli che arrivano col treno e con l’auto da Napoli e provincia.
Questi due gruppi che hanno scelto Meta per festeggiare la Pasquetta hanno sia pregi che difetti: i pregi sono l’aumento delle vendite e quindi se ne avvantaggiano alberghi, ristoranti, bar e negozi ma anche gli stabilimenti balneari fanno affari d’oro; i difetti sono gli incontri poco desiderati con persone che non rispettano l’ambiente e i cittadini. Questi  ultimi hanno voglia di divertirsi e scherzare e, senza rendersene conto, si lasciano trascinare dalla maleducazione.
L’importante è che questi gruppi scelgano di festeggiare Pasquetta a Meta anche nei prossimi anni, invitando anche amici e parenti, ma rispettando il nostro paese.
Simone Manzi e Giuseppe Maresca

lunedì 11 aprile 2011

Opere d'arte in processione.




Nella Chiesa S. Maria del Lauro sono custodite vere e proprie opere d’arte e noi, colpiti dalla curiosità, ci siamo informati chiedendo al priore dell'Arciconfraternita del S.S. Crocifisso del Pio Monte dei Morti Nicola Criscuolo di parlarci delle due statue che vengono portate in processione.
La Madonna Addolorata fu costruita nel 1895 ed è un’opera di scuola leccese dell’artista De Pascalis, fatta di cartapesta e gesso. Questa Madonna è realizzata in stile italiano, cioè con vesti rosse e blu e non in stile spagnolo con  vesti nere. Viene portata nella processione nera nella notte tra giovedì e venerdì  Santo. Il Cristo morto fu scolpito dall’artista siciliano Girolamo Bagnasco alla fine del 700 e nella realizzazione probabilmente si è ispirato ad un contadino di Arola sofferente. E’ un’opera interamente fatta in legno di tiglio e, poiché era troppo pesante da portare a spalla, fu scavata all’interno e adesso ha un peso che si aggira sui 65 kg. Nel corso del tempo ha avuto vari restauri e l’ultimo è stato fatto negli anni ’90 dal maestro Luigi De Maio di Meta che gli ha restituito la sua figura originale.

Un altro gioiello presente nella nostra chiesa è la Cappella del Crocifisso costruita tra la fine del ‘500 e inizio del‘600; per costruirla furono impiegati 50 anni e fu costruita dai primi confratelli per venerare il culto del Cristo morto. In questa cappella ci sono due lapidi ai lati dell'altare: la prima lapide fu costruita dai padri dell’arciconfraternita verso la fine dell’800 e contiene quanto stabilito nella fondazione dell' Arciconfraternita; la seconda invece fu costruita nel 1701 ed è la lapide delle indulgenze, cioè privilegi e doveri che ogni confratello doveva rispettare.

                     Laura D’Errico, Francesca Pia Testa, Lucia Cappiello e Giuseppe Starace.

venerdì 8 aprile 2011

"La processione è come una preghiera"

Nella Penisola Sorrentina c’è la tradizione delle processioni durante la Settimana Santa, ma non a tutti  sono note le origini. Noi  abbiamo intervistato il sig. Nicola Criscuolo, priore di una delle due congreghe di Meta.
Sig. Criscuolo da quanto tempo ricopre l’incarico di priore?
Ricopro l’incarico di priore pro-tempore dal 2004 e lo sarò fino al 2014. Questa carica temporanea dura per 5 anni e dopo questo periodo si rielegge un altro priore; questo è il mio secondo mandato.
Come si chiama la sua congrega? Quali compiti ha un priore?
La nostra congrega di chiama Arciconfraternita S.S. Crocifisso del Pio Monte dei Morti. Il priore ha il compito di rappresentare spiritualmente e legalmente i confratelli. Deve essere da guida per gli iscritti, farli migliorare dal punto di vista della fede dando loro una formazione spirituale, attraverso incontri di preghiera, catechesi….
Ci può spiegare la differenza fra la vostra congrega e la congrega bianca?

Immaginiamo di ritornare indietro di centinaia di anni con la macchina del tempo, quando i padri dei nostri padri nel 1633 fondarono questa congrega. Fra  noi e la bianca oggi non c’è molta differenza, abbiamo quasi gli stessi scopi: portare una testimonianza di fede. In passato non era così, infatti le due congreghe sono nate con finalità diverse. La congrega bianca nacque nel 1590 come confraternita di spirito, si occupava della venerazione dei Santi e talvolta anche dell’aggregazioni dei mestieri. La congrega nera invece assolveva al compito di provvedere alla sepoltura dei morti, di celebrare messe in suffragio, perché allora non c’erano gli agi e le ricchezze di oggi. La presenza delle congreghe sul territorio italiano fu favorita dai padri gesuiti e francescani, con l’esigenza di diffondere la fede cattolica, dopo il periodo della Controriforma.
Quali simboli si portano in processione e quale significato rivestono?
Per me la processione è come una preghiera. I simboli descrivono in maniera temporale la passione di Cristo. “Con lanterna e con armi andarono ad arrestarli” si legge nel Vangelo. Si inizia con simboli come il gallo, la lanterna e la brocca e si termina con la scala usata per far scendere il corpo di Gesù dalla croce per poi avvolgerlo nel sudario.
In Penisola Sorrentina da quanto tempo c’è la tradizione delle processioni?
Le processioni nacquero per l’esigenza di mostrare teatralmente al popolo, all’epoca analfabeta, cosa era successo durante la passione e la morte di Gesù e lo si faceva attraverso i simboli. A Sorrento le processioni iniziarono all’inizio del ‘700 e a Meta presumibilmente verso ‘800. Nel nostro archivio non si parla di processioni, per cui non abbiamo notizie precise.
Ci può dare qualche informazione sugli inni cantati durante le processioni?
“L’inno alla Madonna Addolorata” fu composto nel 1923 dal canonico Raffele De Gennaro. L’inno “Ecco d’amor la vittima” fu composto all’inizio del 1913 dal sacerdote di Meta Costantino Cafiero, probabilmente in collaborazione con il sacerdote D’Ardia di Sant’Agnello. L’inno “Del calvario” fu composto sempre da De Gennaro e ha un lessico molto aulico che si rifà alle odi manzoniane. Sono una ricchezza, un autentico patrimonio da tutelare,  perché sono gli inni più antichi della nostra zona.

Con visibile emozione, il priore ci ha mostrato lo Statuto originario (nella foto a fianco) firmato da Carlo V di Borbone ed altri libri d’epoca dell’archivio: tesori da custodire con cura e amore.
Grazie sig. Criscuolo per l’attenzione dedicataci e per tutte le preziosissime informazioni.
Francesca Pia Testa, Lucia Cappiello, Laura D’Errico e Giuseppe Starace.

                                              

mercoledì 6 aprile 2011

Le palme di confetti: tradizione e leggenda.

 Una delle tradizioni del periodo pasquale in penisola sorrentina è quella di creare palme con fiori di confetti, che poi vengono benedette  nel giorno della Domenica delle Palme.  Le “palme di confetti” rappresentano ramoscelli  fioriti, cestini  di fiori, alberelli… realizzati con confetti di diversa misura e colore e poi abbelliti con fiorellini e foglioline, in modo da creare originali e graziose  composizioni. Donare una palma di confetti è un gesto che esprime affetto. Questa tradizione si è diffusa tantissimo e nelle vetrine di tanti negozi sono esposte palme di ogni tipo.

L’usanza della preparazione delle palme  è antichissima e c’è una leggenda, che ne racconta  l’origine. Bisogna ritornare indietro nel tempo, quando Sorrento subiva le invasioni dei Saraceni. Questi ultimi erano sul punto di compiere un’incursione navale, approdando sulla penisola sorrentina proprio il giorno della Domenica delle Palme. Mentre tutto il popolo era radunato in chiesa e partecipava alla benedizione dei rami di ulivo prima di armarsi per combattere l’imminente incursione, giunse la notizia che la flotta saracena era miracolosamente naufragata. La notizia fu portata in chiesa da un pescatore, che portò anche una schiava saracena, unica superstite del naufragio, che l’uomo aveva incontrato sulla spiaggia, dove era stata trasportata dalle onde. Costei, in segno di ringraziamento per essere stata salvata dalla morte e dalla schiavitù, chiese di diventare cristiana ed offrì al popolo ed al prete i confetti che portava dal suo paese in un sacchetto legato al collo. Da allora  insieme al rametto di ulivo, la gente porta in chiesa anche un rametto di fiori di confetti.

Preparare le palme dei confetti è semplice, ma richiede attenzione: bisogna  scegliere i confetti, infilare un filo di ferro sottile nei confetti, ricoprire il filo di ferro con carta  verde e creare lo scheletro della palma fino a formare dei fiori o degli alberelli. Poi si riveste il tutto con carta velina o carta crespa colorata e si aggiunge qualche decorazione.                                             
        
Esposito Diana, Iaccarino Chiara, Romano Virginia, De Gennaro Chiara e Cinque Miriam 


Nel video che segue mostriamo le fasi della preparazione delle palme. 
Foto di Chiara Iaccarino.


                                                

martedì 5 aprile 2011

Un'emozione autentica: la "Via della croce"


Un’autentica emozione.
Un privilegio unico assistere alla rappresentazione  storica  della “Via della croce”.
Ne parliamo con  Daniele De Martino, socio dell’associazione Olivi Olimpici che organizza da undici anni la manifestazione.
“Le finalità sono quelle di riportare l’attenzione e di ricordare chi, con il suo sacrificio, ci ha salvati. In questo momento con tante guerre nel mondo è il caso di ricordare che il sentimento più importante è quello della PACE” afferma Daniele De Martino.
Alla manifestazione partecipano 250 figuranti, vestiti con abiti d’epoca cuciti o da sarte o  dagli stessi partecipanti.
La Via della Croce è apprezzata dai turisti?
“Sì, in molti l’hanno vista e da tre anni sul nostro opuscolo ci sono informazioni anche in inglese”.
Quanto tempo prima vi iniziate a preparare?
“A fine estate abbiamo la prima riunione, ma i veri e propri preparativi iniziano due mesi prima di Pasqua.”

Come avviene la selezione degli attori?
“Per gli attori principali la selezione avviene in base alla  somiglianza o almeno a come immaginiamo i vari  personaggi. Giulio Bifani ancora una volta sarà Gesù e Fulvia Coppola si calerà nel ruolo della Madonna”.
Ci sono attori professionisti?
“No, perché non è necessario. Nel nostro spettacolo vale soprattutto la fede”.
Dove saranno ambientate le varie scene?
In diversi punti del paese. Inizieremo alle 19:30 e finiremo verso le 23:30. 
Per maggiori informazioni visitate il sito www.laviadellacroce.it 
Esprimiamo un sentito ringraziamento a Daniele De Martino e a tutti i soci dell’associazione Olivi Olimpici. Appuntamento a lunedì 18 aprile.
Sara Savarese , Federica Mastro, Ada Lisa Donno., Federica Parlato