lunedì 11 giugno 2012

"Vivo Meta e ...dintorni": alla scoperta del nostro territorio


Le classi quarte della Scuola Primaria hanno volto la loro attenzione alla tradizione marinaresca del nostro paese e così, in due uscite,  gli alunni con le loro maestre sono scesi alla spiaggia di Meta per scoprirne storia e tradizioni. Ecco cosa hanno scritto.

Visita al cantiere navale del maestro d'ascia Cafiero

Il 25 maggio 2012 abbiamo visitato il cantiere navale del maestro d’ascia Michele Cafiero, che in questo periodo sta costruendo un gozzo. Abbiamo appreso che per costruire una barca bisogna fare prima un progetto tridimensionale e che ci sono due tipi di imbarcazioni: il gozzo e la lancia. Per buon augurio è usanza mettere una croce di legno sulla barca, appena finito lo scheletro. Per ricoprire lo scheletro della barca bisogna  mettere elementi, uniti con la colla di pesce.
Il gozzo in costruzione


La parte di sotto è la chiglia, si parte dalla poppa verso la prua. Si prepara poi il garbo, cioè il modello delle ordinate, che vengono sistemate per formare lo scheletro della barca. Poi si mette il fasciame e la prima tavola si chiama cinta. Poi si mette il dormiente all’interno e infine la coperta.   Poi c’è la bigotta che sta lateralmente e serve per  mantenere l’albero. Si usa legno di gelso e olmo.
Michele Cafiero

paglioli  vengono messi a terra per sostenere la barca, i bozzelli invece servono per far passare le cime della vela.Tra una fascia e l’ altra si inserisce una cordicella di cotone, che viene picchiettata con la mazzuola e questa operazione si chiama “calatafare”.
Noi abbiamo annotato tutto. Ora siamo degli esperti!!!







Visita al Circolo Nautico Marina di Alimuri



Lo stesso 25 maggio 2012 siamo poi andat al Circolo Nautico Marina di Alimuri di Meta.  Lì Fulvio Cafiero, il presidente del Circolo, ci ha spiegato le diverse tipologie di vele e le sue varie parti.
Esistono due tipi di vele: la vela latina e la vela Marconi. La vela è sostenuta da un’asse di legno che si chiama albero.
Le cose necessarie sono: i giubbotti di salvataggio, le riserve di galleggiamento e il topolino. Le riserve di galleggiamento servono a stare 30 cm sull’ acqua. Il topolino serve a non far scappare l’albero quando la barca si capovolge. Un’ altra cosa molto importante è la sassola che serve a svuotare la barca dall’acqua.
Quando la nave ha un nome di un Santo non si può più cambiare anche se cambia proprietario.
Fulvio ci ha fatto vivere questa esperienza facendoci salire sulla barca. Ci ha detto di metterci con il corpo verso l’ esterno con i piedi sotto la cinghia punta piedi per non farci cadere.  
Fulvio Cafiero
La cosa che ci ha colpito di più è stato quando ci ha fatto aprire e chiudere la vela e quando ci ha fatto salire sulla barca.
Fulvio è stato molto gentile con noi e ci ha guidato in questa magnifica  esperienza.







Visita al Borgo del Purgatorio


Noi sul molo e sullo sfondo la roccia tufacea
il Borgo del Purgatorio visto dal molo
Cappellino giallo e zainetto in spalla, venerdì  18 maggio siamo andati al Borgo del Purgatorio. Per andare lì siamo scesi per  un’antica stradina che portava alla Marina di Meta. Scendendo abbiamo visto la casa di Ferdinando Scarpati che fu il primo ad inventare le tavole nautiche. Appena arrivati sulla spiaggia abbiamo incontrato Lucio Esposito, esperto in Beni culturali e profondo conoscitore della nostra storia. All’inizio ci ha spiegato i due tipi di rocce che si trovano a Meta: LA CALCAREA  e LA TUFACEA . La roccia calcarea ha un colore grigio chiaro sul bianco,  mentre la roccia tufacea è di colore marrone scuro quasi nero, perché  ha origine vulcanica. Poi ci ha spiegato che  prima, quando la spiaggia era molto più ampia, c’era il Borgo del Purgatorio. Era chiamato così perché c’era una chiesetta dedicata alle Anime del Purgatorio. Siamo poi andati a visitarla: abbiamo visto una traccia di un affresco e pezzi di mattonelle del pavimento, mentre il dipinto  che stava in fondo alla chiesetta e l’altare  ora si trovano rispettivamente nel cimitero di Meta e nella sacrestia della Chiesa di Santa Maria del Lauro perché il mare stava rovinando la cappella. Continuando la nostra avventura, siamo andati dove si costruivano le barche e abbiamo anche visto un forno dove si cuocevano le gallette: pane senza lievito che si manteneva più a lungo e così i marinari  potevano rimanere per più giorni in alto mare. Infine abbiamo visto  come scendevano le barche a mare cioè scivolando su una discesa di roccia viva, dove ancora oggi si vedono i ganci attraverso i quali passavano le funi. Lucio ci ha spiegato tutto in modo chiaro e divertente: a lui va il nostro GRAZIE!!!
Lucio Esposito
                                          Gli alunni delle classi quarte del Plesso Capoluogo

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