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sabato 22 dicembre 2012

L' I.C. "Buonocore-Fienga" festeggia il Natale


Momenti da non perdere! Ricco programma per le festività natalizie all’I.C. Buonocore-Fienga di Meta.
Apre la Scuola dell’Infanzia, che darà vita a due spettacoli: “I colori del Natale” e “Il presepe vivente”. Conversando con la maestra Maria Milano, abbiamo appreso che questa attività ha coinvolto i bambini di cinque anni, che hanno impastato, dipinto, riciclato, gioito ed imparato. Sono stati ricreati ambienti come "il pescivendolo", "il lattarulo", "il castagnaro", "la capanna"... Sicuramente è un appuntamento da non perdere.
Nella Scuola Primaria i bambini delle classi terze, quarte e quinte daranno vita a due spettacoli. “Buon Natale a te” e “Cantiamo il Natale”. Le classi quarte e quinte hanno preparato otto canti natalizi, che verranno eseguiti il 22 dicembre alle ore 9:00 nell’ Aula Magna della scuola media. A dirigere ci sarà la maestra Rosmunda Scarpati, che si impegnerà a rendere, come sempre, questo spettacolo più affascinante che mai. I ragazzi stanno provando duramente e sperano che al loro spettacolo ci sarà un numeroso pubblico che potrà applaudirli. Oltre ai canti ci saranno alcune poesie e un filmato. Anche il Plesso di Alberi ha organizzato suggestive manifestazioni per il Natale.
La Scuola Secondaria di 1° organizza uno spettacolo di Natale con i musicisti della Blue Jeans Band, diretto dal professore Gennaro Vespoli e, novità assoluta, una delegazione di alunni di tutte le classi. Questi ragazzi reciteranno poesie in napoletano di atmosfera natalizia. La Blue Jeans Band, composta da 57 elementi, con grande volontà e disciplina segue da ben tre anni le lezioni del professor Vespoli. In programma vi saranno nello spettacolo di sabato 22 dicembre alle ore 11,00 sei brani natalizi, da un classico come “White Christmas” ad un capolavoro come “La Vita è bella”.
Cuomo Rosanna
Ferraro Flavia
Montefusco Laura
Giuseppe Starace
Carmela Rita Esposito

mercoledì 19 dicembre 2012

Natale è: vivere la tradizione


Fare il presepe a Natale è una tradizione molto sentita nella Penisola Sorrentina. Per scoprire come si realizza un presepe e come si costruisce un pastore, siamo andati nel laboratorio artigianale dell’artista Federico Iaccarino, esperto nell’arte presepiale. Accolti con gentilezza e disponibilità, abbiamo posto alcune domande.

Quando e come è nata la sua passione per il presepe?


“Io ho frequentato l’Istituto nautico quindi non ho fatto studi artistici. Vivo in una zona dal paesaggio molto bello, che sembra un presepe; fin da piccolo ho vissuto questa tradizione ed è nata in me la passione. Il presepe Napoletano mi fa subito pensare a una foto di Napoli nel ‘600”.

Da quanto tempo si dedica all'arte presepiale?
“Ho cominciato circa dieci anni fa, ma il laboratorio è aperto da sei anni”.
Ci può mostrare come si realizza un pastore?
Il pastore si compone di vari pezzi fatti con materiali diversi. La testa si fa con l’argilla, che un po’ indurita viene usata per il volto e i suoi particolari, mentre più morbida serve per i capelli. Nella testa vengono fatti buchi per gli occhi e tre fori per legarla al manichino; la testa viene poi messa nel forno a mille gradi per essere cotta. Gli occhi si realizzano con palline di vetro e vengono messi in un secondo momento. Il manichino viene fatto con fili di ferro e cascami di canapa. Gli arti sono di legno. Quando tutto è pronto, il pastore viene montato e il volto e gli arti vengono dipinti con pittura a olio. Poi si realizzano i vestiti con stoffe antiche. Bisogna sapere anche che nel presepe napoletano tre sono le parti principali, che non devono mancare: l'Annunciazione, la Natività e l'osteria, che è considerata la casa del diavolo, mascherato da oste. Il cibo esposto è fatto di cera colorata.”


Dove possiamo ammirare le sue opere?
“Sono esposte in numerose chiese della Penisola Sorrentina, soprattutto a Sant’Agnello. Attualmente c’è un’esposizione a Villa Fiorentina a Sorrento” Maestri in mostra “, dove ci sono alcune mie opere."


                                                                                                                
I giornalisti in erba della classe V B - Primaria
Opera esposta a Villa Fiorentino "Maestri in mostra" - I pastori sono stati realizzati da Federico Iaccarino -

mercoledì 12 dicembre 2012

Santa Claus fra leggenda e realtà


Come sempre, anche quest’anno, arriva la festa più attesa dai ragazzi: la festa di Natale!
Con il Natale arrivano anche giocattoli, cioccolatini, vestiti e gioielli portati dal tanto atteso Santa Claus.
Questo personaggio affonda le proprie radici in un’importantissima figura:  San Nicola.
San Nicola fu un vescovo turco nato nel IV secolo che divenne famoso nel mondo grazie a varie leggende, la più famosa è quella delle tre povere ragazze.
Si narra che San Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. Da qui nasce la sua leggenda...
Babbo Natale da secoli porta doni ai bimbi in tutte le parti del mondo.
Oggi i regali che i bambini chiedono a Babbo Natale sono diversi da quelli che chiedevano una volta. I tempi sono decisamente cambiati come anche la mentalità di  molti bambini di oggi. Ci sono alcuni che chiedono semplici cose come bambole o macchinine, ce ne sono altri invece che chiedono regali particolarmente costosi come iPhone, cellulari di ultima generazione , iPad, Nexus 7 o altri giochi moderni che alcune volte Babbo Natale ha difficoltà a portare, dato che le famiglie hanno sempre più problemi a livello finanziario.
I genitori cercano tuttavia di accontentare al meglio i propri bambini per non dar loro delusioni e per mantener viva la gioia per il Natale, anche se lo spirito del Natale non è certo legato solo allo scambio dei doni.
                     Anna Scarpati, Francesca Testa, Lucio Cocorullo e Vincenzo Castellano.


mercoledì 22 dicembre 2010

Un sogno di bambino che si concretizza.

“Maestri in mostra” : il presepe napoletano a Villa Fiorentino.

Incontriamo l'organizzatore Luigi Gargiulo, direttore della Fondazione Sorrento, ma soprattutto nonno di Simone Soldatini, giornalista in erba della nostra redazione.
Come nasce la mostra?
Nasce da una grande passione, un sogno di bambino. Da piccolo abitavo a S.Agnello e il mio vicino di casa faceva ogni anno un presepe bellissimo, con pastori che rapivano la mia fantasia. Mi chiedevo sempre: “Chissà se mai potrò avere un presepe così….” Sono cresciuto e nei miei ricordi erano sempre presenti quelle figure  e per avere quei pastori avrei  speso qualsiasi cifra. Così è nata la passione ed è cominciata l’avventura. Nel corso del tempo ho cercato ed ho collezionato figure originali del ‘700 fino a realizzare un presepe completo, un’autentica opera d’arte racchiusa in uno “scarabattolo”, esposto ora nella mostra. Dal 1° ottobre di quest’anno occupo l’incarico di direttore della Fondazione Sorrento, che svolge attività culturali e promozionali. Mi è stato chiesto di organizzare qualcosa per Natale e finalmente il sogno ha preso vita. In quaranta giorni è nata la mostra con 42 espositori che hanno presentato circa 640 opere. Sono presenti i più bravi artisti del settore da Napoli a Caserta. Ci sono opere da antiquariato, capolavori originali del ‘600  e del ‘700 e opere di artisti contemporanei, come Giuseppe  Ercolano; si possono ammirare  presepi in miniatura con pastori  alti meno di un centimetro e altri con pastori  che arrivano fino a 55 cm, chiamati terzini, perché corrispondenti a un terzo  dell’altezza di un uomo (secondo gli standard dell’epoca). Un successo incredibile tale da trasformare la mostra, che resterà aperta fino al 9 gennaio 2011, in un evento imperdibile.
Accompagnati dal sig. Gargiulo, guida eccezionale, abbiamo visitato la mostra. Ecco gli appunti di Simone:
“Prima di fare l’intervista avevo un po’ vergogna, ma pian piano ho sentito che mi piaceva sempre di più ascoltare il nonno e seguirlo nella sua presentazione. Ho imparato molte cose. Ho capito che la scena principale di un presepe è la natività, che deve stare al centro e attirare l’attenzione di chi guarda. Ai lati si possono mettere altre scene. In un presepe ben fatto si curano tutti i particolari, infatti alcuni artigiani si sono specializzati nella realizzazione di frutta, attrezzi e animali. I pastori alti meno di un centimetro, presenti nella mostra, sono fatti di creta, altri sono di legno e c’è anche un presepe fatto tutto di corallo.”

martedì 14 dicembre 2010

I falò dell’Immacolata: una tradizione che continua.

L’Immacolata Concezione è la prima delle feste natalizie.
Perché si festeggia e quando è nata?
E’ iniziato tutto con Papa Pio IX che, nel 1854, ha decretato il dogma dell’Immacolata Concezione, cioè la purezza della Madonna che ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo.
Per alcune città è una festa superflua, solo un’occasione per stoppare la
routine di ogni giorno. Invece altre la vivono diversamente entrando veramente nello spirito della festa;  a Roma per esempio, ogni anno, il Papa si reca in Piazza di Spagna per donare una corona floreale alla Madonna.  

Un'altra città che festeggia in maniera particolare il giorno dell’Immacolata è Castellammare che accende “i fucaracchi” cioè grandi falò. La storia narra che un marinaio scampò ad un naufragio, accese un fuoco per riscaldarsi e fece il voto alla Madonna di seguire la novena. Infatti, per dodici mattinate consecuitive (la novena), dei fedeli con una voce caratteristica invitano la popolazione a svegliarsi e andare a messa!!!
Altre località, che hanno i falò al centro di festività tradizionali, sono:
Piano di Sorrento l’8 dicembre,
Sorrento il 13 dicembre,
Sant'Antonio Abate il 17 gennaio,
Gragnano (la città della pasta) il 20 gennaio.
Ada Lisa Donno, Federica Mastro, Federica Parlato


                                                                              Il ceppone a
                                                                            Piano di Sorrento

lunedì 13 dicembre 2010

Il presepe napoletano più vivo che mai nella nostra tradizione.

Un pomeriggio nella bottega del Maestro Giuseppe Ercolano.

Il Natale si avvicina e ognuno in casa prepara un presepe, piccolo o grande che sia. Ma perché da noi è così diffusa questa tradizione? Come si realizzano questi fantastici presepi che vediamo nelle mostre e nei musei? Per scoprirlo siamo andati ad intervistare Giuseppe Ercolano, 34 anni, maestro artigiano dell’arte presepiale.
Lo abbiamo incontrato nel suo laboratorio in Via Cassari a Meta.
Da quanto tempo si dedica alla realizzazione di presepi?
Ho iniziato circa quindici anni fa, aiutando nel realizzare il presepe dell’Arciconfraternita della SS. Immacolata. Lì è nata questa passione. Successivamente ho cominciato a fare le mie prime creazioni, che erano di cera e rappresentavano cesti di frutta. Visto il successo, ho iniziato a fare sculture con la terracotta e uno dei primi lavori realizzati è una pecora, che ancora conservo.
Ha partecipato a mostre?
Sì, molte sia in Italia e sia all’estero, come ad esempio a Budapest, Madrid, Londra. Ultimamente ho esposto proprio a Londra in occasione del festival dell’artigianato italiano organizzato dal nostro Consolato. Due anni fa a Sorrento c’è stata la mia prima “personale”. Attualmente sto esponendo alcune mie opere a “Maestri in mostra” a Villa Fiorentino a Sorrento.
Maestro, ci può dire come si realizza un pastore?
Come prima cosa si modella il volto e il collo con l’argilla, ma con le cavità orbitali vuote. Viene cotto nel forno a 980°. Poi si inseriscono gli occhi di vetro che vengono dipinti. Alla testa viene attaccato il manichino (il corpo) fatto con un’anima di ferro ricoperta di carta e stoppa, per creare l’articolazione. Infine si realizzano mani e gambe con il legno. Finito il manichino, si passa alla vestitura, per la quale si utilizzano stoffe di fibra naturale, come cotone, seta e lino per realizzare morbidi drappeggi.
Ci potrebbe dare qualche cenno storico sul presepe napoletano?
Il presepe napoletano nasce nel ‘600 per sviluppare poi al massimo la sua creatività nel ‘700, periodo in cui i pastori diventano più piccoli ma più raffinati. Alla corte dei Borbone c’era un vero culto del presepe e il re commissionava le teste dei pastori a grandi scultori, mentre le dame ne cucivano gli abiti con stoffe pregiate. Carlo III, in visita a Napoli, tornò in Spagna portando con sé collezioni varie di pastori. Il presepe napoletano di corte è formato da tre scene: la scena del corteo orientale, con i portatori di doni per il Bambinello; la scena dell’annuncio, con l’angelo rivolto ai pastori; la scena della taverna, antagonista all’aspetto religioso. Ma anche il popolo voleva realizzare il presepe e, non avendo le possibilità dei nobili, realizzò le statuine di terracotta, come le vediamo oggi a san Gregorio Armeno. Con le statuine di terracotta nascono i mestieri, non presenti nel presepe di corte.
Maestro, chi è il suo mito?
Bella domanda! Dunque, noi figurai abbiamo un modo personale di realizzare le figure che si vede nella “peliatura”. Un autore del ‘700 si riconosceva nel modo di “manierare” l’argilla, da come realizzava i capelli si intuiva la scuola di provenienza. Io mi ispiro ad autori di figure del ‘700 come Mosca.
L’arte di realizzare presepi è ancora viva nella nostra tradizione?
Si molto e a Meta oggi è in fase di crescita.
Noi siamo rimasti veramente affascinati da quanto ci ha raccontato il maestro Ercolano. Abbiamo registrato e annotato tutto quello che ci ha detto per realizzare al meglio il nostro articolo. Abbiamo lasciato la sua bottega dopo aver fatto la foto ricordo e con un piccolo dono a testa: una cartolina di una sua opera.
Bruno Castellano, Simone Soldatini, Giuseppe Starace, Simone Manzi, Diana Esposito e Chiara Iaccarino.