sabato 22 dicembre 2012

L' I.C. "Buonocore-Fienga" festeggia il Natale


Momenti da non perdere! Ricco programma per le festività natalizie all’I.C. Buonocore-Fienga di Meta.
Apre la Scuola dell’Infanzia, che darà vita a due spettacoli: “I colori del Natale” e “Il presepe vivente”. Conversando con la maestra Maria Milano, abbiamo appreso che questa attività ha coinvolto i bambini di cinque anni, che hanno impastato, dipinto, riciclato, gioito ed imparato. Sono stati ricreati ambienti come "il pescivendolo", "il lattarulo", "il castagnaro", "la capanna"... Sicuramente è un appuntamento da non perdere.
Nella Scuola Primaria i bambini delle classi terze, quarte e quinte daranno vita a due spettacoli. “Buon Natale a te” e “Cantiamo il Natale”. Le classi quarte e quinte hanno preparato otto canti natalizi, che verranno eseguiti il 22 dicembre alle ore 9:00 nell’ Aula Magna della scuola media. A dirigere ci sarà la maestra Rosmunda Scarpati, che si impegnerà a rendere, come sempre, questo spettacolo più affascinante che mai. I ragazzi stanno provando duramente e sperano che al loro spettacolo ci sarà un numeroso pubblico che potrà applaudirli. Oltre ai canti ci saranno alcune poesie e un filmato. Anche il Plesso di Alberi ha organizzato suggestive manifestazioni per il Natale.
La Scuola Secondaria di 1° organizza uno spettacolo di Natale con i musicisti della Blue Jeans Band, diretto dal professore Gennaro Vespoli e, novità assoluta, una delegazione di alunni di tutte le classi. Questi ragazzi reciteranno poesie in napoletano di atmosfera natalizia. La Blue Jeans Band, composta da 57 elementi, con grande volontà e disciplina segue da ben tre anni le lezioni del professor Vespoli. In programma vi saranno nello spettacolo di sabato 22 dicembre alle ore 11,00 sei brani natalizi, da un classico come “White Christmas” ad un capolavoro come “La Vita è bella”.
Cuomo Rosanna
Ferraro Flavia
Montefusco Laura
Giuseppe Starace
Carmela Rita Esposito

mercoledì 19 dicembre 2012

Natale è: vivere la tradizione


Fare il presepe a Natale è una tradizione molto sentita nella Penisola Sorrentina. Per scoprire come si realizza un presepe e come si costruisce un pastore, siamo andati nel laboratorio artigianale dell’artista Federico Iaccarino, esperto nell’arte presepiale. Accolti con gentilezza e disponibilità, abbiamo posto alcune domande.

Quando e come è nata la sua passione per il presepe?


“Io ho frequentato l’Istituto nautico quindi non ho fatto studi artistici. Vivo in una zona dal paesaggio molto bello, che sembra un presepe; fin da piccolo ho vissuto questa tradizione ed è nata in me la passione. Il presepe Napoletano mi fa subito pensare a una foto di Napoli nel ‘600”.

Da quanto tempo si dedica all'arte presepiale?
“Ho cominciato circa dieci anni fa, ma il laboratorio è aperto da sei anni”.
Ci può mostrare come si realizza un pastore?
Il pastore si compone di vari pezzi fatti con materiali diversi. La testa si fa con l’argilla, che un po’ indurita viene usata per il volto e i suoi particolari, mentre più morbida serve per i capelli. Nella testa vengono fatti buchi per gli occhi e tre fori per legarla al manichino; la testa viene poi messa nel forno a mille gradi per essere cotta. Gli occhi si realizzano con palline di vetro e vengono messi in un secondo momento. Il manichino viene fatto con fili di ferro e cascami di canapa. Gli arti sono di legno. Quando tutto è pronto, il pastore viene montato e il volto e gli arti vengono dipinti con pittura a olio. Poi si realizzano i vestiti con stoffe antiche. Bisogna sapere anche che nel presepe napoletano tre sono le parti principali, che non devono mancare: l'Annunciazione, la Natività e l'osteria, che è considerata la casa del diavolo, mascherato da oste. Il cibo esposto è fatto di cera colorata.”


Dove possiamo ammirare le sue opere?
“Sono esposte in numerose chiese della Penisola Sorrentina, soprattutto a Sant’Agnello. Attualmente c’è un’esposizione a Villa Fiorentina a Sorrento” Maestri in mostra “, dove ci sono alcune mie opere."


                                                                                                                
I giornalisti in erba della classe V B - Primaria
Opera esposta a Villa Fiorentino "Maestri in mostra" - I pastori sono stati realizzati da Federico Iaccarino -

lunedì 17 dicembre 2012

Attualità - Ore e ore ad aspettare

Intervista  a un papà pendolare

Corse soppresse, convogli in ritardo che causano problemi ai pendolari; tantissime persone passano il loro tempo ad aspettare i treni della Circumvesuviana che non arrivano mai. Diamo voce a chi questi problemi li vive ogni giorno. Ai nostri microfoni un papà pendolare.
Quali problemi  le può causare un treno in ritardo?
“Purtroppo mi fa arrivare tardi al lavoro, tanto più che è un ritardo indefinito”.
Ci sono problemi se lei arriva tardi al lavoro?
“In ufficio non mi riprendono mai perché, fortunatamente,  ho un orario flessibile”.
Cosa propone per migliorare la situazione della Circumvesuviana?
“Propongo maggiori informazioni agli utenti e la definizione di un nuovo orario  che tenga conto degli e.t.r. (elettrotreni) effettivamente  disponibili”.
Cosa le dà maggiormente fastidio?
“Sapere che i dipendenti della Vesuviana stanno cercando di far valere le proprie ragioni sulle spalle degli utenti”.
Questa è la situazione; i pendolari hanno proprio ragione: la circolazione regolare dei treni deve essere ripristinata al più presto.

Chiara Spartano
Ludovica De Martino
 Valentina Soldatini

mercoledì 12 dicembre 2012

Santa Claus fra leggenda e realtà


Come sempre, anche quest’anno, arriva la festa più attesa dai ragazzi: la festa di Natale!
Con il Natale arrivano anche giocattoli, cioccolatini, vestiti e gioielli portati dal tanto atteso Santa Claus.
Questo personaggio affonda le proprie radici in un’importantissima figura:  San Nicola.
San Nicola fu un vescovo turco nato nel IV secolo che divenne famoso nel mondo grazie a varie leggende, la più famosa è quella delle tre povere ragazze.
Si narra che San Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie. Da qui nasce la sua leggenda...
Babbo Natale da secoli porta doni ai bimbi in tutte le parti del mondo.
Oggi i regali che i bambini chiedono a Babbo Natale sono diversi da quelli che chiedevano una volta. I tempi sono decisamente cambiati come anche la mentalità di  molti bambini di oggi. Ci sono alcuni che chiedono semplici cose come bambole o macchinine, ce ne sono altri invece che chiedono regali particolarmente costosi come iPhone, cellulari di ultima generazione , iPad, Nexus 7 o altri giochi moderni che alcune volte Babbo Natale ha difficoltà a portare, dato che le famiglie hanno sempre più problemi a livello finanziario.
I genitori cercano tuttavia di accontentare al meglio i propri bambini per non dar loro delusioni e per mantener viva la gioia per il Natale, anche se lo spirito del Natale non è certo legato solo allo scambio dei doni.
                     Anna Scarpati, Francesca Testa, Lucio Cocorullo e Vincenzo Castellano.


mercoledì 21 novembre 2012

Ricomincia l'avventura.

21 novembre... che emozione! Oggi è iniziata una grande avventura!
L'anno scorso il nostro giornalino ha raggiunto una vetta grandiosa: abbiamo vinto il premio "Fare il giornale nella scuola" sia per la versione cartacea che on line!
Scopo? Conquistare il titolo due volte di seguito.
Ci riusciremo? Restate con noi e lo scopriremo.

giovedì 19 luglio 2012

Per non dimenticare


Oggi, 20 anni fa, la strage di via D'Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta...

 Dopo vent'anni ancora tanti interrogativi, tante ombre per arrivare alla verità.


Qualcuno potrebbe chiedersi: "Ma è davvero servito il sacrificio di Falcone e Borsellino?" Noi siamo convinti di sì, anche se ricordare non basta, ognuno nel proprio ruolo dovrebbe operare in modo che non si possa più tornare indietro, che emerga la verità piena, che lo Stato sconfigga ed estirpi la malavita organizzata nelle sue varie manifestazioni. E'  un'utopia pensare che possa essere realmente così? 
Non bisogna in ogni caso gettare la spugna: parlarne, ricordare, spiegare e far comprendere alle nuove generazioni è seminare la speranza che "le loro idee continuino a camminare sulle gambe di altri uomini".

"Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo"    (Paolo Borsellino)
                                                                                                                        La Redazione
Domenica 19 luglio 1992
L’ultimo giorno di Paolo Borsellino
Borsellino trascorre la mattinata a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia (manca solo la figlia minore Fiammetta, 19 anni, in viaggio in Indonesia con alcuni amici). L’amico Giuseppe Tricoli: «Non li aspettavamo. Del resto Paolo non ci comunicava mai prima le sue visite. Li ho subito invitati a pranzare con noi. Paolo era sereno, tranquillo, scherzava...». A un certo punto il giudice prende l’amico in disparte e gli confida: «Il tritolo e’ arrivato anche per me, lunedì scorso». Poi gli dice che in giornata partirà per la Germania. Motivi di lavoro. «Non mi ha detto altro. Anche con me era estremamente riservato». Dopo pranzo Borsellino dice che va a riposare un po’ (in realtà non chiude occhio, fuma una sigaretta dopo l’altra). Poi, alle 16.40, dice ai sei uomini della scorta di prepararsi. Neanche all’amico dice che sta andando dalla madre. Solo la moglie lo sa. Alle 16.55 il corteo blindato si ferma in via d’Amelio, dove abita Maria Lepanto. Borsellino scende dalla Croma, tende un dito per suonare il campanello, ma in quell’istante esplode una vecchia Fiat 126, parcheggiata davanti al civico 21, in cui sono stipati 90 chili d’esplosivo. La 126 si disintegra volando per trenta metri, schizzando morte e distruzione, devastando le auto blindate, riducendo a carcasse fumanti altre trenta macchine e facendo tremare le fondamenta mentre i corpi di Borsellino e degli agenti che gli stanno a fianco vengono maciullati e bruciati con resti che volano e si schiacciano sull’asfalto un po’ nero un po’ rosso. Il boato del finimondo si avverte fino alla circonvallazione e Palermo trema.

venerdì 13 luglio 2012

Semplicemente grazie



Questo filmato è dedicato al Dirigente Antonio D'Alterio ed è stato proiettato durante la festa di saluto per il suo pensionamento.
Dalla Redazione tutta del Giornalino: "Semplicemente grazie".

domenica 8 luglio 2012

BUONE VACANZE

La Redazione di Ragazzi on line augura a tutti i lettori una spensierata estate 2012. 
BUONE VACANZE!!!

mercoledì 4 luglio 2012

Festa in onore del Dirigente D'Alterio


 Dopo 24 anni trascorsi a Meta, il Dirigente Antonio D'Alterio lascia la presidenza per raggiunti limiti d'età.
Alla festa d'addio, che si è svolta il 29 giugno nell'Istituto Comprensivo “Buonocore – Fienga”, hanno partecipato dirigenti scolastici, rappresentanti del Provveditorato agli Studi di Napoli, insegnanti, collaboratori, genitori, onorevoli dell'area napoletana e l'Amministrazione Comunale metese, capeggiata dal sindaco Paolo Trapani e dall'assessore alla Pubblica Istruzione, Peppe Tito.
Il preside D'Alterio sarà ricordato, dall'intero personale dell'Istituto Buonocore Fienga di Meta, per la sua squisita professionalità tesa alla formazione dei ragazzi e al consequenziale miglioramento della società. 

La serata, condotta dal prof. Pierluigi Fiorenza,  è stata al contempo emozionante e solenne.
















I bambini e i ragazzi delle classi terminali dei tre ordini di scuola hanno salutato il Dirigente esibendosi in cori, balli ed esecuzione di brani musicali con flauti e pianoforte. Al termine della serata, il Dirigente D'Alterio, visibilmente commosso, ha salutato e ringraziato quanti sono stati la sua "famiglia": alunni, genitori, personale ATA e soprattutto i "suoi" insegnanti, che in questi anni con impegno e passione hanno avuto cura di più generazioni e sui quali ricade la responsabilità della formazione di ragazzi capaci di darci una società migliore di quella in cui viviamo.
Grazie Dirigente.

                                      La Redazione


24 anni insieme: semplicemente grazie!


Una lunga e apprezzata carriera come dirigente scolastico. Dopo 24 anni trascorsi a Meta di Sorrento, Antonio D'Alterio abbandona la presidenza per raggiunti limiti d'età.

La nostra Redazione lo ha intervistato.

Caro Dirigente, cosa le mancherà di più della scuola? 

“Tutto quello che abbiamo fatto in questi 24 anni. Poi, cari ragazzi, nonostante come dirigente non abbia avuto un rapporto diretto con voi, vi ho seguito attraverso il racconto degli insegnanti. Sappiate che voi ragazzi siete il centro di tutto il nostro lavoro. Infatti i docenti concorrono alla crescita e alla formazione di voi alunni, vi aiutano a tirar fuori le competenze nascoste. Mi auguro che ogni insegnante, attraverso questo impegno, svolga il proprio lavoro con la dovuta onestà mentale e con grande impegno”. 
Come sono stati gli anni trascorsi in questa scuola?
“Meravigliosi, perché mi sono realizzato come professionista e come persona. Credo di aver svolto l’unica professione che potessi fare: guidare un gruppo di persone e vivere con loro il confronto quotidiano”.
Qual è stato il momento più bello vissuto in questa scuola?

“Non esiste un solo momento, ma tanti in cui ho potuto verificare l’impegno e le vere qualità dei ragazzi. L’ultimo momento che ricordo con immenso piacere è stata la manifestazione finale del PON Le ali della libertà”.

Lei è stato Dirigente anche a Cologno Monzese, ha notato differenze fra i ragazzi del Nord e quelli del Sud?
“Sì, ma a vostro vantaggio: siete più vivaci, più creativi e quindi più intelligenti. Ho verificato che con le difficoltà e con i sacrifici ci si forma in maniera più completa”.
Dal 1° settembre come organizzerà il suo tempo libero?
“Non so cosa farò, certamente dedicherò più tempo alla mia famiglia e a tutto ciò che ho inevitabilmente trascurato in questi anni. Devo dire che sono stato fortunato, perché la mia famiglia mi ha permesso di assolvere al meglio al mio ruolo istituzionale. Posso affermare che la mia forza è stata di avere alle spalle una grande famiglia”.
Quale eredità lascerà al nuovo Dirigente?
“Mi auguro che tutto quello che abbiamo costruito nel tempo resti un patrimonio comune aperto a tutti. Il lavoro del docente è ricco di sacrifici ma estremamente importante e delicato. I docenti sono il motore dell’attività didattica, essi seminano e il frutto si vedrà nel tempo. Raccogliere il prodotto di un seme, però, non è semplice, perché la pianta va coltivata”.
E ora qualche domanda più leggera, ma davvero lei tifa Milan?
“I bambini si appassionano alle squadre vincenti e quando ero piccolo il Milan era una squadra fortissima e pertanto la seguivo con passione. Crescendo, poi, ho tifato per la squadra della mia città e quando c’è stato Maradona ho seguito quasi tutte le partite del Napoli, sia in casa che in trasferta. In seguito a un episodio tragico, in cui ho constatato la follia del tifo, mi sono riavvicinato alla mia vecchia squadra. Comunque, oggi, tifo per entrambe le squadre”.

C’è una canzone che le piace particolarmente?

“Mi piace la canzone napoletana classica e la canzone italiana d’autore. Una canzone che amo particolarmente è “Le rondini” di Lucio Dalla”.
Grazie di cuore Dirigente D’Alterio, semplicemente grazie!


Simone Manzi, Chiara de Gennaro, Simone Soldatini, Lucia Cappiello, Giuseppe Starace e Giuseppe Maresca

lunedì 11 giugno 2012

"Vivo Meta e ...dintorni": alla scoperta del nostro territorio


Le classi quarte della Scuola Primaria hanno volto la loro attenzione alla tradizione marinaresca del nostro paese e così, in due uscite,  gli alunni con le loro maestre sono scesi alla spiaggia di Meta per scoprirne storia e tradizioni. Ecco cosa hanno scritto.

Visita al cantiere navale del maestro d'ascia Cafiero

Il 25 maggio 2012 abbiamo visitato il cantiere navale del maestro d’ascia Michele Cafiero, che in questo periodo sta costruendo un gozzo. Abbiamo appreso che per costruire una barca bisogna fare prima un progetto tridimensionale e che ci sono due tipi di imbarcazioni: il gozzo e la lancia. Per buon augurio è usanza mettere una croce di legno sulla barca, appena finito lo scheletro. Per ricoprire lo scheletro della barca bisogna  mettere elementi, uniti con la colla di pesce.
Il gozzo in costruzione


La parte di sotto è la chiglia, si parte dalla poppa verso la prua. Si prepara poi il garbo, cioè il modello delle ordinate, che vengono sistemate per formare lo scheletro della barca. Poi si mette il fasciame e la prima tavola si chiama cinta. Poi si mette il dormiente all’interno e infine la coperta.   Poi c’è la bigotta che sta lateralmente e serve per  mantenere l’albero. Si usa legno di gelso e olmo.
Michele Cafiero

paglioli  vengono messi a terra per sostenere la barca, i bozzelli invece servono per far passare le cime della vela.Tra una fascia e l’ altra si inserisce una cordicella di cotone, che viene picchiettata con la mazzuola e questa operazione si chiama “calatafare”.
Noi abbiamo annotato tutto. Ora siamo degli esperti!!!







Visita al Circolo Nautico Marina di Alimuri



Lo stesso 25 maggio 2012 siamo poi andat al Circolo Nautico Marina di Alimuri di Meta.  Lì Fulvio Cafiero, il presidente del Circolo, ci ha spiegato le diverse tipologie di vele e le sue varie parti.
Esistono due tipi di vele: la vela latina e la vela Marconi. La vela è sostenuta da un’asse di legno che si chiama albero.
Le cose necessarie sono: i giubbotti di salvataggio, le riserve di galleggiamento e il topolino. Le riserve di galleggiamento servono a stare 30 cm sull’ acqua. Il topolino serve a non far scappare l’albero quando la barca si capovolge. Un’ altra cosa molto importante è la sassola che serve a svuotare la barca dall’acqua.
Quando la nave ha un nome di un Santo non si può più cambiare anche se cambia proprietario.
Fulvio ci ha fatto vivere questa esperienza facendoci salire sulla barca. Ci ha detto di metterci con il corpo verso l’ esterno con i piedi sotto la cinghia punta piedi per non farci cadere.  
Fulvio Cafiero
La cosa che ci ha colpito di più è stato quando ci ha fatto aprire e chiudere la vela e quando ci ha fatto salire sulla barca.
Fulvio è stato molto gentile con noi e ci ha guidato in questa magnifica  esperienza.







Visita al Borgo del Purgatorio


Noi sul molo e sullo sfondo la roccia tufacea
il Borgo del Purgatorio visto dal molo
Cappellino giallo e zainetto in spalla, venerdì  18 maggio siamo andati al Borgo del Purgatorio. Per andare lì siamo scesi per  un’antica stradina che portava alla Marina di Meta. Scendendo abbiamo visto la casa di Ferdinando Scarpati che fu il primo ad inventare le tavole nautiche. Appena arrivati sulla spiaggia abbiamo incontrato Lucio Esposito, esperto in Beni culturali e profondo conoscitore della nostra storia. All’inizio ci ha spiegato i due tipi di rocce che si trovano a Meta: LA CALCAREA  e LA TUFACEA . La roccia calcarea ha un colore grigio chiaro sul bianco,  mentre la roccia tufacea è di colore marrone scuro quasi nero, perché  ha origine vulcanica. Poi ci ha spiegato che  prima, quando la spiaggia era molto più ampia, c’era il Borgo del Purgatorio. Era chiamato così perché c’era una chiesetta dedicata alle Anime del Purgatorio. Siamo poi andati a visitarla: abbiamo visto una traccia di un affresco e pezzi di mattonelle del pavimento, mentre il dipinto  che stava in fondo alla chiesetta e l’altare  ora si trovano rispettivamente nel cimitero di Meta e nella sacrestia della Chiesa di Santa Maria del Lauro perché il mare stava rovinando la cappella. Continuando la nostra avventura, siamo andati dove si costruivano le barche e abbiamo anche visto un forno dove si cuocevano le gallette: pane senza lievito che si manteneva più a lungo e così i marinari  potevano rimanere per più giorni in alto mare. Infine abbiamo visto  come scendevano le barche a mare cioè scivolando su una discesa di roccia viva, dove ancora oggi si vedono i ganci attraverso i quali passavano le funi. Lucio ci ha spiegato tutto in modo chiaro e divertente: a lui va il nostro GRAZIE!!!
Lucio Esposito
                                          Gli alunni delle classi quarte del Plesso Capoluogo

martedì 5 giugno 2012

23 maggio 2012: a Palermo io c'ero


Questo viaggio a Palermo è stato molto più  speciale e significativo rispetto a quello dell’anno scorso, perché ora che sono cresciuta riesco a capire meglio il significato di queste cose. Ed ogni anno sono sempre più fiera di partecipare a queste manifestazioni per due grandi uomini: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
In questo 23 maggio tutti noi, oltre a ricordare questi eroi, abbiamo anche ricordato una ragazza di nome Melissa, che ha perso la sua vita a 16 anni per colpa di qualcuno che ora deve essere assicurato alla giustizia.
Ora tutti i ragazzi andranno a scuola non più con la paura di un brutto voto ma una paura più grande... quella della morte.
Io sono andata a Palermo con i miei compagni e con i miei insegnanti e posso dire che noi non abbiamo avuto paura e noi volevamo testimoniare, dovevamo essere presenti perché solo uniti possiamo vincere.
Tutte le scuole e tutti gli insegnanti dovrebbero far passare quest’esperienza bellissima ai loro alunni perché solo così puoi sentire sentimenti che non tutti riescono a provare.
                                                                 Chiara Bozzaotra   

n.d.r. Anche Chiara è una componente del gruppo PON "Le ali della Libertà". La sua è un'altra testimonianza molto toccante e merita l'attenzione dei nostri lettori.


   
          

23 maggio 2012: a Palermo io c'ero


A Palermo abbiamo ricordato la strage di Capaci che ha riportato 6 morti fra cui Giovanni Falcone,
un magistrato che ha combatuto la mafia fino alla sua morte, il 23 maggio 1992.
Falcone è un esempio di vita come tutti quelli che non hanno avuto paura di combattere con questa forza 
chiamata Mafia. Noi, come l'anno scorso, abbiamo manifestato insieme ad altri studenti , l'età non conta, eravamo lì per lo stesso motivo: combattere contro la MAFIA.
Quest'anno in più è stato offerto alle scuole di partecipare alla partita del cuore dedicata ai vent'anni di questa strage. Il gol di Manfredi Borsellino è stato un momento significativo, perché  mi ha fatto ricordare suo padre, perchè ha dato un calcio alla Mafia.

               "Deve ancora essere raggiunto l'obiettivo di una vita:
                 SCONFIGGERE LA MAFIA" - Paolo Borsellino
                                                                
                "Gli uomini passano,le idee restano.Restano le loro tensioni morali e
                 continueranno a camminare sulle gambe dei grandi uomini." - Giovanni Falcone
                                                                                                                                                 
                                             Mariano Russo


n.d.r. Mariano è uno dei venti ragazzi del PON Le ali della Libertà e per la seconda volta è andato con il gruppo a Palermo con la Nave della Legalità. Queste è la sua testimonianza nella manifestazione conclusiva del 1 giugno "Da Auschuwitz a Palermo".


I ragazzi sulla Nave della Legalità

lunedì 4 giugno 2012

Auschwitz... non potrò mai dimenticare


Auschwitz… non potrò mai dimenticare.

Nella mia mente sono stampate tutte le immagini di quel campo di concentramento, ma soprattutto porto e porterò nel mio cuore una forte emozione per  tutta la vita.
Essere stata lì mi ha fatto ragionare e capire molte cose. Ho capito che la cattiveria umana non ha limiti.
Come può l’uomo trasformarsi in una bestia? Cosa prova l’uomo ammazzando? Riuscirà l’uomo a non uccidere più?
Vorrei tanto riuscire a trovare una risposta a tutte queste domande ma… forse… non esistono neanche le risposte che cerco.
In questi campi c’era un silenzio che riusciva a riempirti il  cuore e, mentre camminavo, un brivido mi percorreva la schiena, un brivido anche di vergogna verso l’uomo,  quella specie di “uomo”, perché il vero uomo è colui che sa rispettare “suo fratello”, lo lascia libero e non si impadronisce della sua vita.
Spero con tutto il mio cuore che l’uomo riuscirà a cambiare, riuscirà a non ammazzare più, riuscirà a non essere una bestia  e riuscirà a non provare goduria nel vedere un “suo fratello” spegnersi davanti ai suoi occhi.
                                                                                 Lucia Cappiello

n.d.r. Questo è quanto ha scritto Lucia, nostra redattrice e componente del meraviglioso gruppo di ragazzi del corso PON "Le ali della Libertà". La sua è una testimonianza toccante, vera, che scuote l'animo, che impone di riflettere... 
                                                                                       La Redazione




I ragazzi del PON ad Auschwitz


PON "LE ALI DELLA LIBERTA' - Manifestazione conclusiva "Da Auschiwitz... a Palermo"


Venerdì 1 giugno nell’Aula magna  dell'I.C. Buonocore - Fienga di Meta i ragazzi del PON "Le ali della libertà" hanno concluso il loro percorso presentando "Da Auschiwitz .... a Palermo", evento straordinario. A coordinare i vari interventi l’avv. Biagio Verdicchio: “Attraverso immagini, video e testimonianze dei ragazzi, si è provato a raccontare quest’intensissimo ultimo anno e tracciare un bilancio di un biennio ricco di appuntamenti che ha visto 20 ragazzini di seconda media anfitrioni della legalità. Ripulire la spiaggia di Meta, andare a Roma e visitare il Parlamento e i luoghi delle istituzioni, discutere con le forze dell’ordine nelle sale operative, andare a Palermo con la nave della legalità fino a prendere un aereo e volare in Polonia, ad Auschwitz, dove le libertà da loro studiate e “vissute” furono brutalmente violate.” 

L'avv. Cinzia Pane, la prof: Enza Cioffi e l'avv. Biagio Verdicchio

Numerosi gli interventi. L’on Raffaele Russo, definito da Verdicchio “padre nobile” del progetto, ha sintetizzato questi anni, facendo emergere l’impegno e l’attenzione dei ragazzi; la prof.ssa Enza Cioffi, coordinatrice del progetto e tutor interno, ha ricordato il valore di questa esperienza, in cui i ragazzi sono stati portatori di legalità, in un mondo dove regna il disamore alle regole e al diritto; l’avv. Cinzia Pane, che in quest’ultimo anno ha collaborato come tutor esterno al PON, ha parlato del termine “diritto” e di come i ragazzi ne hanno approfondito e compreso il significato, constatando che dove non esiste diritto l’uomo è senza regole ed è capace di dare il peggio di sé. La prof.ssa Cioffi ha sottolineato come siano stati toccanti ma non sconvolgenti i momenti della visita ad Auschwitz, alla fabbrica di Schindler e al quartiere ebraico, simboli di pagine di efferata follia della nostra storia. Di legalità hanno parlato anche gli altri ospiti presenti alla cerimonia. Lon Luisa Bossa, attuale membro della commissione parlamentare antimafia e sindaco per due mandati della Città di Ercolano, in un intervento accorato, ha rivolto parole di speranza ai ragazzi del corso. Ha spiegato quanto sia difficile far crescere il seme della legalità, parola antica e difficile. E consegnando proprio dei semi veri al preside dell’Istituto ha incoraggiato i ragazzi a non dimenticare quanto la legalità viva nelle piccole cose, nei gesti quotidiani. L’on. Zarro e l’on. Antonio Iodice hanno concluso con due significativi interventi sul valore del percorso fatto dai ragazzi.



E ci piace concludere con le parole di Biagio Verdicchio:” Complimenti ragazzi, complimenti per questi anni .. anni non persi, anni guadagnati .. anni in cui avete costruito speranza... siete le gambe forti sulle quali cammineremo in futuro ... un futuro di "legalità " e di rispetto delle regole che avete portato avanti con convinzione ... nulla di quello che avete realizzato è cosa perduta!”

                                                                                                                                     La Redazione