Una lunga e apprezzata carriera come dirigente
scolastico. Dopo 24 anni trascorsi a Meta di Sorrento, Antonio D'Alterio
abbandona la presidenza per raggiunti limiti d'età.
La nostra Redazione lo ha intervistato.
Caro
Dirigente, cosa le mancherà di più della scuola?
“Tutto quello che
abbiamo fatto in questi 24 anni. Poi, cari ragazzi, nonostante come dirigente
non abbia avuto un rapporto diretto con voi, vi ho seguito attraverso il
racconto degli insegnanti. Sappiate che voi ragazzi siete il centro di tutto il
nostro lavoro. Infatti i docenti concorrono alla crescita e alla formazione di
voi alunni, vi aiutano a tirar fuori le competenze nascoste. Mi auguro che ogni
insegnante, attraverso questo impegno, svolga il proprio lavoro con la dovuta
onestà mentale e con grande impegno”.
Come sono stati gli anni trascorsi in questa
scuola?
“Meravigliosi, perché mi sono realizzato come professionista
e come persona. Credo di aver svolto l’unica professione che potessi fare:
guidare un gruppo di persone e vivere con loro il confronto quotidiano”.
Qual è stato il momento più bello vissuto in
questa scuola?
“Non esiste un solo momento, ma tanti in cui ho
potuto verificare l’impegno e le vere qualità dei ragazzi. L’ultimo momento che
ricordo con immenso piacere è stata la manifestazione finale del PON Le ali
della libertà”.
Lei è stato Dirigente anche a Cologno Monzese, ha
notato differenze fra i ragazzi del Nord e quelli del Sud?
“Sì, ma a vostro vantaggio: siete più vivaci, più creativi e
quindi più intelligenti. Ho verificato che con le difficoltà e con i sacrifici
ci si forma in maniera più completa”.
Dal 1° settembre come organizzerà il suo tempo
libero?
“Non so cosa farò, certamente dedicherò più tempo alla mia
famiglia e a tutto ciò che ho inevitabilmente trascurato in questi anni. Devo
dire che sono stato fortunato, perché la mia famiglia mi ha permesso di
assolvere al meglio al mio ruolo istituzionale. Posso affermare che la mia
forza è stata di avere alle spalle una grande famiglia”.
Quale eredità lascerà al nuovo Dirigente?
“Mi auguro che tutto quello che abbiamo costruito nel tempo
resti un patrimonio comune aperto a tutti. Il lavoro del docente è ricco di
sacrifici ma estremamente importante e delicato. I docenti sono il motore
dell’attività didattica, essi seminano e il frutto si vedrà nel tempo.
Raccogliere il prodotto di un seme, però, non è semplice, perché la pianta va
coltivata”.
E ora qualche domanda più leggera, ma davvero lei
tifa Milan?
“I bambini si appassionano alle squadre vincenti e quando ero
piccolo il Milan era una squadra fortissima e pertanto la seguivo con passione.
Crescendo, poi, ho tifato per la squadra della mia città e quando c’è stato
Maradona ho seguito quasi tutte le partite del Napoli, sia in casa che in
trasferta. In seguito a un episodio tragico, in cui ho constatato la follia del
tifo, mi sono riavvicinato alla mia vecchia squadra. Comunque, oggi, tifo per
entrambe le squadre”.
C’è
una canzone che le piace particolarmente?
“Mi piace la
canzone napoletana classica e la canzone italiana d’autore. Una canzone che amo
particolarmente è “Le rondini” di Lucio Dalla”.
Grazie di cuore Dirigente
D’Alterio, semplicemente grazie!
Simone Manzi, Chiara de Gennaro, Simone Soldatini, Lucia Cappiello, Giuseppe Starace e Giuseppe Maresca
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