venerdì 8 aprile 2011

"La processione è come una preghiera"

Nella Penisola Sorrentina c’è la tradizione delle processioni durante la Settimana Santa, ma non a tutti  sono note le origini. Noi  abbiamo intervistato il sig. Nicola Criscuolo, priore di una delle due congreghe di Meta.
Sig. Criscuolo da quanto tempo ricopre l’incarico di priore?
Ricopro l’incarico di priore pro-tempore dal 2004 e lo sarò fino al 2014. Questa carica temporanea dura per 5 anni e dopo questo periodo si rielegge un altro priore; questo è il mio secondo mandato.
Come si chiama la sua congrega? Quali compiti ha un priore?
La nostra congrega di chiama Arciconfraternita S.S. Crocifisso del Pio Monte dei Morti. Il priore ha il compito di rappresentare spiritualmente e legalmente i confratelli. Deve essere da guida per gli iscritti, farli migliorare dal punto di vista della fede dando loro una formazione spirituale, attraverso incontri di preghiera, catechesi….
Ci può spiegare la differenza fra la vostra congrega e la congrega bianca?

Immaginiamo di ritornare indietro di centinaia di anni con la macchina del tempo, quando i padri dei nostri padri nel 1633 fondarono questa congrega. Fra  noi e la bianca oggi non c’è molta differenza, abbiamo quasi gli stessi scopi: portare una testimonianza di fede. In passato non era così, infatti le due congreghe sono nate con finalità diverse. La congrega bianca nacque nel 1590 come confraternita di spirito, si occupava della venerazione dei Santi e talvolta anche dell’aggregazioni dei mestieri. La congrega nera invece assolveva al compito di provvedere alla sepoltura dei morti, di celebrare messe in suffragio, perché allora non c’erano gli agi e le ricchezze di oggi. La presenza delle congreghe sul territorio italiano fu favorita dai padri gesuiti e francescani, con l’esigenza di diffondere la fede cattolica, dopo il periodo della Controriforma.
Quali simboli si portano in processione e quale significato rivestono?
Per me la processione è come una preghiera. I simboli descrivono in maniera temporale la passione di Cristo. “Con lanterna e con armi andarono ad arrestarli” si legge nel Vangelo. Si inizia con simboli come il gallo, la lanterna e la brocca e si termina con la scala usata per far scendere il corpo di Gesù dalla croce per poi avvolgerlo nel sudario.
In Penisola Sorrentina da quanto tempo c’è la tradizione delle processioni?
Le processioni nacquero per l’esigenza di mostrare teatralmente al popolo, all’epoca analfabeta, cosa era successo durante la passione e la morte di Gesù e lo si faceva attraverso i simboli. A Sorrento le processioni iniziarono all’inizio del ‘700 e a Meta presumibilmente verso ‘800. Nel nostro archivio non si parla di processioni, per cui non abbiamo notizie precise.
Ci può dare qualche informazione sugli inni cantati durante le processioni?
“L’inno alla Madonna Addolorata” fu composto nel 1923 dal canonico Raffele De Gennaro. L’inno “Ecco d’amor la vittima” fu composto all’inizio del 1913 dal sacerdote di Meta Costantino Cafiero, probabilmente in collaborazione con il sacerdote D’Ardia di Sant’Agnello. L’inno “Del calvario” fu composto sempre da De Gennaro e ha un lessico molto aulico che si rifà alle odi manzoniane. Sono una ricchezza, un autentico patrimonio da tutelare,  perché sono gli inni più antichi della nostra zona.

Con visibile emozione, il priore ci ha mostrato lo Statuto originario (nella foto a fianco) firmato da Carlo V di Borbone ed altri libri d’epoca dell’archivio: tesori da custodire con cura e amore.
Grazie sig. Criscuolo per l’attenzione dedicataci e per tutte le preziosissime informazioni.
Francesca Pia Testa, Lucia Cappiello, Laura D’Errico e Giuseppe Starace.

                                              

Nessun commento:

Posta un commento