domenica 17 aprile 2011

Impariamo ad essere cittadini attivi e responsabili.

Essere cittadini attivi e responsabili significa  svolgere, ciascuno secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società, come cita l’articolo 4 della nostra Costituzione.
Noi del PON “Le ali della libertà” il giorno venerdì 8 aprile ci siamo recati presso la spiaggia libera dell’Alimuri per pulirla e metterla  al servizio di tutti. 
Siamo scesi dalla scuola con il pulmino scolastico e una volta arrivati, Penisola Verde ci ha fornito di guanti e buste dove riporre i rifiuti e noi subito ci siamo messi all’opera. 
I rifiuti raccolti sono stati correttamente differenziati. 
Quest’esperienza è stata  interessante e nello stesso tempo anche divertente e gratificante, perché finalmente quel tratto di spiaggia è stato pulito da rifiuti lasciati da chi non rispetta l'ambiente che lo ospita.


Lo scopo di tutto ciò non è  solo avere una spiaggia più pulita ma anche quello di far comprendere come, comportandosi da cittadini responsabili, sia possibile ricavare un vantaggio economico per tutti.
Anastasio Chiara , Lucia CappielloVincenzo Castellano

sabato 16 aprile 2011

Una "dolce" Pasqua

Pasqua  si festeggia anche a tavola con dolci tipici.
La  Pastiera Napoletana non è solo un dolce ma un vero e proprio rito con tempi e modalità ben definiti: dalla preparazione, rigorosamente effettuata il giorno del giovedì santo, alla cottura che un tempo avveniva nel forno rionale, dove iniziava la processione di coloro che portavano a cuocere le pastiere. Dall’inconfondibile odore di fiori d’arancio, la pastiera fu inventata probabilmente da una suora, in un monastero del napoletano. Come ogni cibo della tradizione che si rispetti, le leggende sulla pastiera si sprecano: una delle più conosciute narra di Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai",  che dopo aver assaggiato una fetta di pastiera non poté far a meno di sorridere. Pare che a questo punto il Re esclamò: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
Di seguito la ricetta (per chi non l'ha mai preparata):

INGREDIENTI DELLA PASTIERA NAPOLETANA

Pasta frolla:
- 500 g di farina, 
- 3 uova, 
- 200 g di zucchero, 
- 200 g di burro o strutto, 
- la buccia grattugiata di un limone.
Ripieno:
- 200 g di grano cotto per pastiera, 
- 400 g di latte intero, 
- 400 g di ricotta di pecora, 
- 300 g di zucchero, 
- 150 g di canditi misti tagliati a piccoli pezzetti,
- 150 g di zucchero a velo; 
- 15 g di strutto o di burro, 
- 15 g di zucchero, 
- 5 uova, 
- 50 g di acqua di fior d'arancio o millefiori naturale, oppure una fialetta di aroma di fiori di arancio;
- 2 limoni, 
- 1 bustina di vanillina.


LA COLOMBA PASQUALE 
Questo delizioso dolce di pasta lievitata chiude tradizionalmente il pranzo pasquale insieme alle uova di cioccolato, perché fin dai tempi più remoti, sia all’uovo che alla colomba era attribuito un forte valore simbolico di pace, rinascita e amore.
Secondo la Bibbia fu proprio una colomba, con un ramoscello d’ulivo nel becco, a tornare da Noè dopo il diluvio universale  per testimoniare l’ avvenuta riconciliazione tra Dio e
 il suo popolo.



L’ UOVO DI PASQUA

È un dolce della tradizione pasquale, divenuto nel tempo uno dei simboli della festività cristiana  assieme alla colomba . La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate o dorate, è correlato alla festa pasquale sin da tempi molto più antichi.



De Martino Federica, Esposito Stefania, Guarino Chiara

martedì 12 aprile 2011

Pasquetta a Meta

Pasquetta, che traffico, che confusione! Meta è invasa dai gitanti “mordi e fuggi” che si recano lungo le nostre spiagge. Le strade sono prese d’assalto. Ma chi saranno e da dove verranno questi turisti?
Innanzitutto bisogna dividerli in due gruppi: quelli provenienti dall’estero e che hanno scelto Meta per villeggiare e quelli che arrivano col treno e con l’auto da Napoli e provincia.
Questi due gruppi che hanno scelto Meta per festeggiare la Pasquetta hanno sia pregi che difetti: i pregi sono l’aumento delle vendite e quindi se ne avvantaggiano alberghi, ristoranti, bar e negozi ma anche gli stabilimenti balneari fanno affari d’oro; i difetti sono gli incontri poco desiderati con persone che non rispettano l’ambiente e i cittadini. Questi  ultimi hanno voglia di divertirsi e scherzare e, senza rendersene conto, si lasciano trascinare dalla maleducazione.
L’importante è che questi gruppi scelgano di festeggiare Pasquetta a Meta anche nei prossimi anni, invitando anche amici e parenti, ma rispettando il nostro paese.
Simone Manzi e Giuseppe Maresca

lunedì 11 aprile 2011

Opere d'arte in processione.




Nella Chiesa S. Maria del Lauro sono custodite vere e proprie opere d’arte e noi, colpiti dalla curiosità, ci siamo informati chiedendo al priore dell'Arciconfraternita del S.S. Crocifisso del Pio Monte dei Morti Nicola Criscuolo di parlarci delle due statue che vengono portate in processione.
La Madonna Addolorata fu costruita nel 1895 ed è un’opera di scuola leccese dell’artista De Pascalis, fatta di cartapesta e gesso. Questa Madonna è realizzata in stile italiano, cioè con vesti rosse e blu e non in stile spagnolo con  vesti nere. Viene portata nella processione nera nella notte tra giovedì e venerdì  Santo. Il Cristo morto fu scolpito dall’artista siciliano Girolamo Bagnasco alla fine del 700 e nella realizzazione probabilmente si è ispirato ad un contadino di Arola sofferente. E’ un’opera interamente fatta in legno di tiglio e, poiché era troppo pesante da portare a spalla, fu scavata all’interno e adesso ha un peso che si aggira sui 65 kg. Nel corso del tempo ha avuto vari restauri e l’ultimo è stato fatto negli anni ’90 dal maestro Luigi De Maio di Meta che gli ha restituito la sua figura originale.

Un altro gioiello presente nella nostra chiesa è la Cappella del Crocifisso costruita tra la fine del ‘500 e inizio del‘600; per costruirla furono impiegati 50 anni e fu costruita dai primi confratelli per venerare il culto del Cristo morto. In questa cappella ci sono due lapidi ai lati dell'altare: la prima lapide fu costruita dai padri dell’arciconfraternita verso la fine dell’800 e contiene quanto stabilito nella fondazione dell' Arciconfraternita; la seconda invece fu costruita nel 1701 ed è la lapide delle indulgenze, cioè privilegi e doveri che ogni confratello doveva rispettare.

                     Laura D’Errico, Francesca Pia Testa, Lucia Cappiello e Giuseppe Starace.

venerdì 8 aprile 2011

"La processione è come una preghiera"

Nella Penisola Sorrentina c’è la tradizione delle processioni durante la Settimana Santa, ma non a tutti  sono note le origini. Noi  abbiamo intervistato il sig. Nicola Criscuolo, priore di una delle due congreghe di Meta.
Sig. Criscuolo da quanto tempo ricopre l’incarico di priore?
Ricopro l’incarico di priore pro-tempore dal 2004 e lo sarò fino al 2014. Questa carica temporanea dura per 5 anni e dopo questo periodo si rielegge un altro priore; questo è il mio secondo mandato.
Come si chiama la sua congrega? Quali compiti ha un priore?
La nostra congrega di chiama Arciconfraternita S.S. Crocifisso del Pio Monte dei Morti. Il priore ha il compito di rappresentare spiritualmente e legalmente i confratelli. Deve essere da guida per gli iscritti, farli migliorare dal punto di vista della fede dando loro una formazione spirituale, attraverso incontri di preghiera, catechesi….
Ci può spiegare la differenza fra la vostra congrega e la congrega bianca?

Immaginiamo di ritornare indietro di centinaia di anni con la macchina del tempo, quando i padri dei nostri padri nel 1633 fondarono questa congrega. Fra  noi e la bianca oggi non c’è molta differenza, abbiamo quasi gli stessi scopi: portare una testimonianza di fede. In passato non era così, infatti le due congreghe sono nate con finalità diverse. La congrega bianca nacque nel 1590 come confraternita di spirito, si occupava della venerazione dei Santi e talvolta anche dell’aggregazioni dei mestieri. La congrega nera invece assolveva al compito di provvedere alla sepoltura dei morti, di celebrare messe in suffragio, perché allora non c’erano gli agi e le ricchezze di oggi. La presenza delle congreghe sul territorio italiano fu favorita dai padri gesuiti e francescani, con l’esigenza di diffondere la fede cattolica, dopo il periodo della Controriforma.
Quali simboli si portano in processione e quale significato rivestono?
Per me la processione è come una preghiera. I simboli descrivono in maniera temporale la passione di Cristo. “Con lanterna e con armi andarono ad arrestarli” si legge nel Vangelo. Si inizia con simboli come il gallo, la lanterna e la brocca e si termina con la scala usata per far scendere il corpo di Gesù dalla croce per poi avvolgerlo nel sudario.
In Penisola Sorrentina da quanto tempo c’è la tradizione delle processioni?
Le processioni nacquero per l’esigenza di mostrare teatralmente al popolo, all’epoca analfabeta, cosa era successo durante la passione e la morte di Gesù e lo si faceva attraverso i simboli. A Sorrento le processioni iniziarono all’inizio del ‘700 e a Meta presumibilmente verso ‘800. Nel nostro archivio non si parla di processioni, per cui non abbiamo notizie precise.
Ci può dare qualche informazione sugli inni cantati durante le processioni?
“L’inno alla Madonna Addolorata” fu composto nel 1923 dal canonico Raffele De Gennaro. L’inno “Ecco d’amor la vittima” fu composto all’inizio del 1913 dal sacerdote di Meta Costantino Cafiero, probabilmente in collaborazione con il sacerdote D’Ardia di Sant’Agnello. L’inno “Del calvario” fu composto sempre da De Gennaro e ha un lessico molto aulico che si rifà alle odi manzoniane. Sono una ricchezza, un autentico patrimonio da tutelare,  perché sono gli inni più antichi della nostra zona.

Con visibile emozione, il priore ci ha mostrato lo Statuto originario (nella foto a fianco) firmato da Carlo V di Borbone ed altri libri d’epoca dell’archivio: tesori da custodire con cura e amore.
Grazie sig. Criscuolo per l’attenzione dedicataci e per tutte le preziosissime informazioni.
Francesca Pia Testa, Lucia Cappiello, Laura D’Errico e Giuseppe Starace.

                                              

mercoledì 6 aprile 2011

Le palme di confetti: tradizione e leggenda.

 Una delle tradizioni del periodo pasquale in penisola sorrentina è quella di creare palme con fiori di confetti, che poi vengono benedette  nel giorno della Domenica delle Palme.  Le “palme di confetti” rappresentano ramoscelli  fioriti, cestini  di fiori, alberelli… realizzati con confetti di diversa misura e colore e poi abbelliti con fiorellini e foglioline, in modo da creare originali e graziose  composizioni. Donare una palma di confetti è un gesto che esprime affetto. Questa tradizione si è diffusa tantissimo e nelle vetrine di tanti negozi sono esposte palme di ogni tipo.

L’usanza della preparazione delle palme  è antichissima e c’è una leggenda, che ne racconta  l’origine. Bisogna ritornare indietro nel tempo, quando Sorrento subiva le invasioni dei Saraceni. Questi ultimi erano sul punto di compiere un’incursione navale, approdando sulla penisola sorrentina proprio il giorno della Domenica delle Palme. Mentre tutto il popolo era radunato in chiesa e partecipava alla benedizione dei rami di ulivo prima di armarsi per combattere l’imminente incursione, giunse la notizia che la flotta saracena era miracolosamente naufragata. La notizia fu portata in chiesa da un pescatore, che portò anche una schiava saracena, unica superstite del naufragio, che l’uomo aveva incontrato sulla spiaggia, dove era stata trasportata dalle onde. Costei, in segno di ringraziamento per essere stata salvata dalla morte e dalla schiavitù, chiese di diventare cristiana ed offrì al popolo ed al prete i confetti che portava dal suo paese in un sacchetto legato al collo. Da allora  insieme al rametto di ulivo, la gente porta in chiesa anche un rametto di fiori di confetti.

Preparare le palme dei confetti è semplice, ma richiede attenzione: bisogna  scegliere i confetti, infilare un filo di ferro sottile nei confetti, ricoprire il filo di ferro con carta  verde e creare lo scheletro della palma fino a formare dei fiori o degli alberelli. Poi si riveste il tutto con carta velina o carta crespa colorata e si aggiunge qualche decorazione.                                             
        
Esposito Diana, Iaccarino Chiara, Romano Virginia, De Gennaro Chiara e Cinque Miriam 


Nel video che segue mostriamo le fasi della preparazione delle palme. 
Foto di Chiara Iaccarino.


                                                

martedì 5 aprile 2011

Un'emozione autentica: la "Via della croce"


Un’autentica emozione.
Un privilegio unico assistere alla rappresentazione  storica  della “Via della croce”.
Ne parliamo con  Daniele De Martino, socio dell’associazione Olivi Olimpici che organizza da undici anni la manifestazione.
“Le finalità sono quelle di riportare l’attenzione e di ricordare chi, con il suo sacrificio, ci ha salvati. In questo momento con tante guerre nel mondo è il caso di ricordare che il sentimento più importante è quello della PACE” afferma Daniele De Martino.
Alla manifestazione partecipano 250 figuranti, vestiti con abiti d’epoca cuciti o da sarte o  dagli stessi partecipanti.
La Via della Croce è apprezzata dai turisti?
“Sì, in molti l’hanno vista e da tre anni sul nostro opuscolo ci sono informazioni anche in inglese”.
Quanto tempo prima vi iniziate a preparare?
“A fine estate abbiamo la prima riunione, ma i veri e propri preparativi iniziano due mesi prima di Pasqua.”

Come avviene la selezione degli attori?
“Per gli attori principali la selezione avviene in base alla  somiglianza o almeno a come immaginiamo i vari  personaggi. Giulio Bifani ancora una volta sarà Gesù e Fulvia Coppola si calerà nel ruolo della Madonna”.
Ci sono attori professionisti?
“No, perché non è necessario. Nel nostro spettacolo vale soprattutto la fede”.
Dove saranno ambientate le varie scene?
In diversi punti del paese. Inizieremo alle 19:30 e finiremo verso le 23:30. 
Per maggiori informazioni visitate il sito www.laviadellacroce.it 
Esprimiamo un sentito ringraziamento a Daniele De Martino e a tutti i soci dell’associazione Olivi Olimpici. Appuntamento a lunedì 18 aprile.
Sara Savarese , Federica Mastro, Ada Lisa Donno., Federica Parlato

lunedì 4 aprile 2011

Lavorare con passione: ecco il segreto di Mister Nello!

Il prof. Nello De Maio da alcuni anni insegna educazione motoria nella Scuola Primaria del nostro Istituto. Quest'anno segue le classi terze, quarte e quinte, grazie ad un progetto finanziato dal Comune di Meta.
Mister Nello vogliamo conoscerla meglio, ci può parlare un po’ di lei?
Vivo a Vico Equense, ho 39 anni e sono uno sportivo praticante.
Anche da piccolo  ha praticato sport?
Sì, per salute ho fatto ginnastica correttiva e da lì è iniziata la passione per lo sport.
Ha fatto sport anche a livello agonistico?
Sì, ho giocato a pallavolo in categoria B-1 in molte squadre; sono stato a Napoli, a Bari, a Sulmona e ad Avezzano.
Ha vinto gare?
Sì , ne ho vinte tante.
Da quanto tempo insegna attività motoria in questo istituto?
Da quattro anni.
Prima d lavorare in questo istituto ha lavorato in altre scuole?
Sì,  a S. Agnello per attività motoria nella scuola primaria e ancor prima ad Avezzano.
Le piace il suo lavoro? Perchè l’ha scelto?
Non c’è cosa più bella che trasformare una passione in lavoro e viceversa.
I bambini seguono con impegno le attività?
Con impegno ed entusiasmo.
Ha fatto anche altre professioni?
Sì, molti altri lavori. Ancora adesso in estate cambio lavoro.
Quali consigli può dare agli alunni?
Fare le cose con passione. Lo studio, lo sport, il lavoro… ogni impegno, fatto col cuore, riesce meglio.  Nello sport per migliorarsi bisogna fare le cose con gradualità e costanza, senza stancarsi mai e così è nella vita.    
Grazie Mister  per i suoi preziosi insegnamenti!
Bruno Castellano, Simone Soldatini, Antonino Ercolano, Dario Manfredi e Gaetano Gargiulo

La memoria non si archivia


Tappa importante nel percorso di approfondimento dei temi fondamentali della legalità è visitare i luoghi della memoria.

 Il 25 marzo noi ragazzi del PON  “Le ali della libertà” siamo andati in due luoghi storici  importanti della seconda guerra mondiale: Montecassino e  Mignano Montelungo.  Montecassino fu bombardata dagli aerei americani perché credevano che nell’abbazia ci fosse la base militare tedesca. Invece c’erano soltanto civili che trovarono la morte e soprattutto fu distrutto per la quarta volta il monastero voluto da S. Benedetto.  Nel sacrario militare di Milignano sono conservate le salme di quasi mille soldati, alcuni dei quali sono morti proprio lì in un’eroica battaglia per conquistare la cima 443, roccaforte dei Tedeschi, dalla quale loro avevano una visione privilegiata sul territorio circostante.  Siamo rimasti molto colpiti dal racconto fatto dalla guida sugli episodi di guerra accaduti e soprattutto dal gesto eroico del sottotenente Cederle Giuseppe,che, nonostante avesse perso un braccio con una bomba a mano, continuava ad incoraggiare i compagni a non fermarsi innalzando il tricolore.  È importante non dimenticare quello che queste persone hanno fatto per la nostra patria ed è anche grazie al loro sacrificio che oggi siamo un paese libero. La memoria non si archivia.

Vincenzo Castellano e Chiara Anastasio








(Piazza Unità d' Italia a Vairano Partenora, vicino Teano - Caserta)